Temi e quantità – Caserma Mascheroni A.A. 2017/2018 I Sem.

Lo studente è chiamato a proporre una soluzione progettuale che componga opportunamente le esigenze dello spazio pubblico e aperto, di quello residenziale e di quello della didattica. Si richiede da un lato un assetto spaziale d’insieme che, attraverso alcune forme di rappresentazione (modello e planivolumetrico soprattutto) sia in grado di raccontare in modo sintetico la soluzione sul piano urbano; dall’altro, una serie di affondi a scale più minute che raccontino da vicino l’incontro fra residenziale e non residenziale, individuale e collettivo, pubblico e privato, aperto e chiuso, permeabile e non permeabile. Si ricorda a questo proposito l’importanza di rappresentazioni come la sezione verticale e l’assonometria, grazie alle quali le sequenze spaziali, le delimitazioni e le soglie vengono colte nella loro complessità senza rinunciare alla precisione e alla misurabilità.

Le quantità proposte, su una superficie territoriale di 41.262 mq sono le seguenti:

  • Residenza: tra 15.000 e 20.000 mq di SLP, di cui circa metà dedicata a studenti e metà da destinare al mercato libero;
  • Spazi afferenti all’Accademia di Brera: tra i 10.000 e i 15.000 mq di SLP, di cui circa la metà dedicati a un auditorium con i relativi spazi annessi;
  • Spazi aperti: 20.000 mq ca., di cui 4.000 mq ca. di superficie permeabile con vegetazione di medio e alto fusto.

Si tratta di indicazioni di riferimento, desunte da una riflessione intorno al progetto per Brera e gli strumenti urbanistici attuativi, ma che nella sperimentazione didattica possono subire variazioni giustificate da precise scelte progettuali. Si ricorda che alcuni edifici esistenti, in particolare i forni del pane, sono da conservare e possono essere utilizzati per ospitare parte delle quantità richieste.

Per quanto riguarda la residenza, si propongono qui alcuni spunti di progetto:

  • Costruzione flessibile: Con riferimento ai progetti di open building, si invita a rendere gli ambienti interni trasformabili, adattabili, divisibili, ampliabili. Il suggerimento è di lavorare sulla griglia, sulla modularità e sulla ripetizione (in quanto regola che chiama l’eccezione), in coerenza con l’aspetto strutturale ed impiantistico, e di cercare la variazione attraverso diversi meccanismi combinatori degli ambienti e/o differenti modalità di aggregazione di unità-tipo. In particolar modo, l’edilizia libera deve essere in grado di adattarsi ad esigenze abitative che cambiano nel tempo e a seconda dell’acquirente.
  • Coniugazione di individuale e collettivo, domestico e non domestico: gli edifici possono ospitare, oltre agli appartamenti, spazi comuni destinati alla condivisione fra condòmini: nursery, lavanderie, spazi per lo studio, spazi assembleari etc., sulla scia delle più recenti esperienze di co-housing; parimenti, si invita a proporre soluzioni in grado di mettere a tema il rapporto fra casa come luogo di intimità e riposo e casa come luogo di lavoro e di reddito (temi del SOHO, della casa-studio, della dépendance per ospiti o affitti brevi etc.)
  • Importanza delle soglie tra casa e città: l’attacco a terra e la sequenza spazio pubblico – ingresso all’edificio (con portineria) – risalite verticali – distribuzione al piano vanno trattati come dispositivi di relazione e non solo come recinti o come spazi di circolazione. Anche la facciata può essere vista non come un piano bidimensionale ma come un spessore vivo e abitabile, che rende graduale e differenziato il rapporto fra interno ed esterno, sia sul piano macroscopico delle logge, dei balconi e di altri spazi di mediazione, sia sul piano costruttivo più minuto della stratigrafia e dei serramenti. Il tema delle aperture (porte e finestre) va letto in entrambi i versi: la percezione della città dalla casa, la percezione della casa dalla città.

Per quanto riguarda lo spazio pubblico, si richiama quanto segue:

  • E’ possibile, e anzi auspicabile, cogliere lo spazio pubblico non edificato come punto di partenza per strutturare lo spazio edificato, e cioè cogliere le potenzialità che il vuoto ha di dare forma e struttura alla città. Le dimensioni e le proporzioni dello spazio aperto hanno la stessa importanza rispetto a quelle dei volumi edificati, e vanno concepite di pari passo con queste ultime.
  • Si invita a limitare o evitare assetti ostici dal punto di vista dell’uso e della gestione: spazi di cui sia poco chiara l’accessibilità o che compromettano eccessivamente il bisogno di intimità della residenza.
  • Si ricorda che il sistema di pavimentazione, la vegetazione, l’illuminazione e le sedute possono essere utilizzati come elementi capaci di dare ritmo e misura allo spazio aperto.

Per quanto riguarda lo spazio didattico, si invita a fare riferimento a progetti già realizzati di università e accademie di belle arti, cercando di coglierne il principio insediativo e la natura tanto delle aule quanto degli spazi di connessione relazione fra le aule. Nella sezione “Spazi universitari e città” verranno caricati esempi utili a tale proposito.